Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani il Comune di Pesaro
sta andando nella direzione giusta. Portare l’obiettivo della
raccolta differenziata dal 37% nel 2009, al 45% nel 2008, è sicuramente
un segnale incoraggiante per chi, come noi, crede che le 4 R (riduzione,
raccolta differenziata, riciclo, riuso) siano la soluzione vincente
per minimizzare la quantita dei rifiuti smaltiti nell’ambiente.
Siamo anche soddisfatti che sia stata respinta la tesi del consigliere
Carlo Rossi, che in maniera subdola voleva introdurre l’incenerimento
dei rifiuti insieme alla raccolta differenziata. E’ bene precisare
che i due sistemi di smaltimento non sono affiancabili perché
se si sceglie il primo, automaticamente diviene sconveniente praticare
anche il secondo; mentre se si fa seriamente la raccolta differenziata
con il sistema del “porta a porta”, non c’è
alcuna necessità dell’incenerimento. Vari e consolidati
esempi in Italia e nel mondo, dimostrano nei fatti che è possibile
separare ed avviare al recupero oltre l’80% dei rifiuti. Per eliminare
l’altro 20% è necessaria una maggiore responsabilità
sociale delle industrie, che quando progettano i beni devono pensare
alla loro destinazione finale, che ovviamente non può essere
la discarica. Gli inceneritori invece possono al massimo ridurre i rifiuti
del 75%, ma lasciano una dote del 25% di ceneri altamente tossiche,
che necessitano di discariche speciali costosissime. Ma facendo bene
i conti una tonnellata di rifiuti, se bruciata, si trasforma in due
tonnellate di altri rifiuti, ancora più pericolosi. Infatti avremo
circa una tonnellata di fumi, 280 kg. di ceneri, 30 kg di micropolveri,
650 litri di acqua sporca, e 25 kg di gesso fine in atmosfera.
Però gli inceneritori hanno un vantaggio sulla raccolta differenziata:
costano di più, e quindi corrompono in maniera più efficace
la politica. Non si spiega infatti come mai ancora siano equiparati
alle energie alternative (come il sole, il vento, l’idroelettrico,
ecc), ed anche con questo governo siano riusciti a beneficiare dei Cip6-certificati
verdi, che sono una vera è propria truffa ai danni dei consumatori.
Ci chiediamo infine se il sig. Carlo Rossi ha mai assistito alle conferenze
del dott. Stefano Montanari (ricercatore) e del professore Paul Connet
(docente di chimica alla St. Lawrence di New York); se conosce i rischi
(documentati da serie indadini epidemiologiche, soprattutto in America
e Francia e Gran Bretagna) a cui sono esposti i cittadini che vivono
fino ad alcune decine di chilometri dagli impianti: incremento di malattie
e allergie, tumori, malformazioni genetiche.
Mentre in Italia gli inceneritori sono ancora di gran moda, negli U.S.A.
sono dieci anni che non viene costruito un solo impianto (fonte Paul
Connet).
Pur non condividendo le tesi e gli obiettivi del sig. Rossi, dobbiamo
evidenziare la sua chiarezza e il suo coraggio. Altri amministratori
pubblici (come il sindaco di Fano e il presidente della Provincia) non
escludono tale eventualità e allo stasso tempo non fanno nulla
per migliorare, estendere e incrementare la raccolta differenziata dei
rifiuti. E questo è molto grave.
Fano, 20/12/2006
LA LUPUS IN FABULA Onlus